lunedì 28 dicembre 2020

Moduli livello 0: struttura

 


Nei precedenti plastici ho sempre usato tavole di legno provenienti da bancali industriali o da perline usate per realizzare i tetti delle case come materiale per realizzare le strutture portanti dei vari moduli.

Materiale ben stagionato e solido, ma decisamente pesante e complicato da lavorare.

Questa volta, pur cercando una soluzione che mi garantisse una buona solidità e robustezza, ho voluto cambiare radicalmente.

Come per la struttura portante ho scelto di usare le scaffalature di metallo, così per i telai dei moduli del livello 0, quello a vista, sono passato al compensato da 10mm, con fibra lunga. Acquistato in fogli da 252x185cm, non certo comodi da muovere...

Da questi fogli ho ricavato le ultime porzioni dell'elicoidale e tutti i componenti dei vari moduli.

Ho scelto un'altezza complessiva di ogni modulo di 100mm, di cui 10 di pannello superiore e 90 di telaio.


Nelle foto i primi due telai quasi completi. Per garantire una buona durabilità del plastico, ho dato a tutti i moduli una mano di fondo bianco. Le testate, per uniformità con il resto del plastico, saranno dipinte di grigio.

Il secondo plastico è il più complesso. Nel punto ripreso nelle foto sopra e sotto, c'è l'incrocio delle linee italiana e austriaca e, appena sotto, la stazione nascosta Austria. A copertura del tutto ci sarà l'ingresso sud della stazione principale con gli scambi verso il deposito e le due linee RFI.


Il lavoro è sicuramente lungo, ma spero garantisca lunga vita a questo nuovo progetto.


martedì 22 dicembre 2020

2020: anno orribile, ma con grandi opportunità

 

Rappresentazione grafica del coronavirus SARS-CoV-2
(da Wikipedia)

Il 2020 sarà ricordato nel mondo come uno degli anni orribili della storia dell'umanità. La pandemia da SARS-CoV-2 ha paralizzato tutti i continenti, contagiato milioni di persone e mietuto centinaia di migliaia di vittime. Non ne siamo ancora usciti. I vaccini iniziano ad arrivare in Europa, ma il tempo per arrivare all'immunità di gregge pare essere ancora lungo.

In questa tragedia, ci sono alcune piccole luci.

Una fra tutte il tempo da dedicare a se stessi, alla famiglia, agli hobby.

Ed è proprio grazie al tanto tempo disponibile che, nel 2020, i lavori sul plastico Pontebbana sono andati avanti alacremente.

Le modifiche al progetto

Stazione Nascosta Italia livello -2

Carro contachilometri per settare le locomotive

La struttura di sostegno del livello -1

La stazione nascosta Austria Livello -1

Ingresso della SNA

Elettronica: i circuiti per la scarica capacitiva

Edilizia: la stazione di Ugovizza

Elettronica: sensori di assorbimento, decoder e cablaggi


Una veloce carrellata di immagini con i lavori fino a oggi. Nella ultime settimane ho fatto un ulteriore passo avanti. I primi due telai dei moduli superiori sono pronti, nel secondo sto predisponendo i supporti ed i piani delle due linee che porteranno dalle stazioni nascoste alla stazione principale.



Visto che anche il prossimo periodo di feste sarà contrassegnato dai bollini rossi e arancioni del lokdown, penso che per la fine del 2020 almeno questi due moduli saranno completati nella parte strutturale e fissati in posizione.

lunedì 30 novembre 2020

Diamo vita al plastico: i primi collegamenti elettrici.

 

Collegamenti in via di stesura sul mio plastico

Ci eravamo lasciati mesi fa con l'ovale impostato.

Una scelta importante da fare è l'alimentazione dei rotabili.

Capiamo una cosa. Come molti modelli, anche i treni funzionano ad energia elettrica. Generalmente la tensione di alimentazione è attorno ai 12V. In alcuni casi si arriva a 15 o 16V.

Le scuole di pensiero nel fermodellismo, riguardo all'alimentazione sono fondamentalmente 3.

1. Sistema a Corrente Alternata, 3 Rotaie, utilizzato da Marklin, molti produttori propongono i propri modelli con questo titpo di alimentazione.

2. Sistema a Corrente Continua, 2 rotaie. 

3. Sistema digitale, detto anche DCC. In questo caso sui binari viaggia una tensione di alimentazione ad onda quadra che, oltre alla tensione necessaria per far funzionare i modelli, trasporta anche i dati che verranno interpretati dai vari decoder per far funzionare sia le locomotive o i rotabili, che gli accessori, come scambi, luci, altre utenze che possono così essere gestite tutte da un unico sistema digitale, appunto.

Personalmente, dopo aver usato per anni il sistema a corrente Continua, sono passato al sistema DCC e ne sono un convinto sostenitore.

ATTENZIONE! 

Digitale non vuol dire assolutamente gestione automatica del plastico, tutt'altro.

Il digitale permette di gestire autonomamente ogni rotabile, accessorio, sistema. Ma per attivare degli automatismi sono necessari molti componenti.

Al livello base, una centralina, un decoder montato sulla locomotiva ed un decoder scambi possono permettere un notevole divertimento, senza alcun automatismo. 
Saremo dei veri macchinisti, in grado di guidare il nostro treno come i macchinisti di qualche tempo fa, senza sistemi di sicurezza che veglino sul nostro operato. Quindi se decidessimo di passare col rosso... responsabilità vostra.


Rimanendo sempre alle cose semplici, il digitale permette, almeno a livello iniziale, di gestire tutto, ma proprio tutto, con 2 semplici fili. 

Sì due fili, ma chiariamo subito. Può andare bene per l'ovalino di pochi metri di binari, con un paio di scambi, e due treni.

E' vero che le centraline digitali anche più semplici attualmente in commercio erogano fino a 3A, sufficiente per gestire anche una decina di treni, ma capite bene che gestire 10 treni comincia ad essere complicato.

Ecco che in questo il DCC ci vieni incontro. grazie a sensori, decoder, software ci permette di arrivare ad un elevatissimo grado di realismo.

Un passo alla volta. 

Come detto i sistemi di alimentazione sono fondamentalmente 3. In ogni caso ci sarà un alimentatore o trasformatore che convertirà la tensione di rete presente in casa (di solito 220/240V 50Hz in Italia) nella tensione di alimentazione necessaria al funzionamento del plastico.

Collegare la centrale, sia essa Marklin, DC o DCC è semplice. Due fili di sezione adeguata e si arriva al binario.

Per cominciare vanno benissimo i binari con i morsetti di collegamento, ma, per chi vuole arrivare ad un maggiore realismo, i fili non si devono vedere. Quindi, foro nel supporto sotto alle rotaie e filo saldato sotto al fungo con un po' di stagno ed uno stagnatore a punta.


lunedì 23 novembre 2020

Edifici: la stazione di Ugovizza -parte1



Ci sono giorni in cui lascio da parte la progettazione e la costruzione del plastico, inteso come strutture e binari, per dedicarmi alle varie componenti del paesaggio. 

In particolare, gli edifici. Stazioni, rimesse, palazzine varie saranno, in parte, autocostruite partendo da fogli di forex.

Questo materiale plastico è ottimo per il modellismo. Si taglia facilmente con un bisturi e si incide con un punteruolo o uno spillo.

Qualche anno fa avevo realizzato la rimessa locomotive a due vie, con fosse di visita e piccolo locale annesso. Aveva trovato posto sul precedente plastico ed ora sarà parte del nuovo deposito locomotive che andrò a realizzare.


La storia della costruzione di questo edificio l'ho raccontata in questa pagina: Rimessa Locomotive ed in quest'altra Rimessa Locomotive 2

L'edificio risale al 2015 e necessita ancora di qualche intervento per essere completato, come le porte, le finestre, alcune finiture al tetto e le gronde.

Non mi convincono ancora del tutto le parti in mattoni.

Tornando ai lavori più attuali, in questo periodo mi sto dedicando alla stazione di Ugovizza.


Oggi la stazione della vecchia linea Pontebbana non vede più il transito dei treni diretti o provenienti dall'Austria, ma frotte di ciclisti che scendono dalle alpi verso il mare lungo la ciclovia AlpeAdria.
Come la stazione di Chiusaforte, quella di Ugovizza sta vivendo una seconda giovinezza come punto di ristoro per le migliaia di cicloamatori che ogni anno percorrono questa splendida via.

Per me ha anche un legame affettivo. E' in questa piccola stazione che negli anni '50 del secolo scorso, mio nonno prestava servizio come capostazione. E qui vicino, nella casa dei ferrovieri, mia madre ha passato i primi anni dell'infanzia.
D'obbligo, quindi, riprodurla in scala.

Ecco i primi passi della costruzione:



Le pareti sono in forex da 5mm, tagliato con un bisturi ed inciso con un punteruolo.

Le pietre sopra a porte e finestre sono realizzate con forex da 1mm che verrà levigato e irruvidito.

All'interno realizzerò anche i solai ed i muri divisori per creare gli ambienti in cui è divisa la stazione.

Sul lato posteriore, ancora da completare, costruirò la cabina che ospitava l'ACE di comando della stazione.

lunedì 16 novembre 2020

Novembre 2020: potenza per gli scambi Peco e modifiche al progetto

La pagina del diario di oggi è dedicata ai lavori portati a termine nella prima metà del mese di novembre.

Circuiti a scarica capacitiva


Sono finalmente arrivati tutti i componenti e Alberto è riuscito a completare il montaggio dei circuiti a scarica capacitiva per dare agli scambi peco una "botta di energia"

Cosa sono i circuiti a scarica capacitiva? Di fatto sono degli accumulatori di potenza che viene erogata al solenoide nel momento in cui c'è il comando da parte del decoder.

I motori per scambi Peco sono notoriamente avidi di corrente nel loro funzionamento. Spesso capita 
che le uscite dei decoder per accessori non riescano a fornire la corrente sufficiente ad una corretta
deviazione degli aghi dello scambio.
Il circuito qui descritto viene in aiuto fornendo una interfaccia tra il decoder ed il motore dello
scambio. La topologia del circuito, peraltro ampiamente nota, utilizza la carica immagazinata in un
condensatore per alimentare gli avvolgimenti del motore dello scambio, questo permette di ridurre
notevolmente la corrente istantanea richiesta all’alimentazione.


La figura mostra il circuito per uno scambio. Il connettore a tre poli a sinistra deve essere collegato
all’uscita del decoder con il polo centrale comune. Il decoder comanda i due relè a seconda della
direzione di commutazione dello scambio. Sul connettore in uscita (a destra) deve essere collegato
il motore dello scambio con il connettore centrale comune.

In condizioni di riposo, il condensatore C2 si carica alla tensione di alimentazione tramite le
resistenze (R1 e R3) e tramite le bobine del motore dello scambio. Trascurando l’impedenza delle
bobine, il tempo di carica del condensatore C2 si può calcolare come segue:

3 τ=3 ⋅R⋅C=3 ⋅(R1 ∥R3 )⋅C2=3 ⋅110Ω⋅2200 μ F=0,726 s

Pertanto dopo un azionamento è sufficiente meno di un secondo affinché il circuito sia pronto per
una nuova deviazione.

Quando viene azionato uno dei due relè, l’energia immagazinata nel condensatore C2 si scarica
sulla bobina corrispondente del motore.
Non è necessario che la durata dell’impulso di comando sia tanto lunga, un secondo è
abbondantemente sufficiente, la scarica del condensatore è pressoché istantanea rispetto alle
tempistiche del sistema.
Qualora l’impulso di comando duri più lungo la resistenza rimarrebbe collegata direttamente
all’alimentazione per un tempo che rende non trascurabile la potenza in essa dissipata.
Considerando una tensione di alimentazione di 14 V in corrente continua, si calcola la potenza
dissipata da ogni resistenza:

PR=R⋅ I 2=R⋅(Vcc/R )²=Vcc²/R= 14²/220=0,89W

È necessario quindi, che le resistenze siano da 1W, meglio ancora da 2W, per evitare il minimo
riscaldamento anche in relazione alla tipica posizione di installazione del circuito.

Il diodo D1 ed il condensatore C1 permettono di alimentare il circuito anche in corrente alternata,
infatti essa viene rettificata dal diodo e livellata dal condensatore. Quest’ultimo ha anche la
funzione di ridurre i disturbi indotti sulla linea di alimentazione dovuti alla scarica del condensatore
C2 sulla bobina del motore dello scambio.
La tensione di alimentazione deve essere compresa tra i 10 V e i 20 V in corrente continua, tra i 7 e
o 14 V in corrente alternata. È opportuno non superare il valore massimo per non avvicinarsi troppo
alla massima tensione di lavoro dei condensatori.
Per un funzionamento affidabile con i motori per scambi Peco si consiglia di alimentare il circuito
con 16-18V in corrente continua oppure 14V in corrente alternata.

I relè sono da 12 V pertanto la tensione di uscita del decoder dovrebbe essere compresa tra 12 e
14V, continua o alternata.
La basetta è stata progettata per comandare 2 scambi. La figura che segue rappresenta lo schema dei
collegamenti.

Il risultato finale è ottimo, gli scambi si muovono con precisione e non ci sono più mancati movimenti con conseguente instradamento errato dei treni.

Livello 0: cosa cambia

La progettazione del plastico, come la sua costruzione, non hanno mai fine. Si può dire di aver raggiunto un punto di compromesso, fino al momento di riprendere in mano il progetto e cambiare qualcosa.

E così è stato. Questa volta ho concentrato l'attenzione sulle linee che partono dalla stazione principale, per raggiungere le due stazioni nascoste e la linea secondaria.
C'erano alcuni punti che non mi convincevano: la linea RFI aveva curve troppo strette, mancava di un rettilineo dove i treni potessero aumentare un po' la velocità. In più, sul lato sinistro del plastico c'era poco spazio tra la linea Italiana e quella Austriaca, che correvano praticamente parallele a pochi centimetri di distanza, seppur su quote differenti.

Non avendo spazio per aumentare il percorso a vista, ho deciso di ottimizzare quello che c'è, dedicando ogni lato ad una nazione.

Lato Italia
Uscita sud della stazione con il deposito locomotive e le linee italiane

Entrando nella stanza, il visitatore troverà alla sua sinistra la parte italiana del plastico. Un ampia curva porterà i treni dalla stazione verso la linea principale. A nascondere la parte più stretta della curva una galleria con il forte della prima guerra mondiale. 
Dopo la curva, un sovrappasso e, a seguire, il rettilineo con palificazione tipo AV.

Uscita nord verso l'Austria, la nuova stazione di Ugovizza ed il paesino

Di fronte a sé, la zona austriaca e la linea secondaria. 
La linea OBB mantiene l'andamento originale, cambiando solo leggermente l'ingresso in galleria. La linea passerà sul retro del plastico, lasciando libero accesso alla stazione nascosta del livello -1.

La linea secondaria ha avuto le modifiche più importanti: La stazione di Ugovizza, prima posta dietro alla stazione principale, è stata spostata sulla penisola, per avere accesso in sicurezza alla stazione in caso di necessità. 
Dietro alla stazione principale resta un raddoppio, con una fermata. In questo modo la linea secondaria servirà 2 località, con la possibilità di incroci che renderanno più interessante il movimento.

Livello -1: linee di corsa

E sottoterra? Anche qui un cambiamento importante. Le due linee, una volta sparite alla vista, si spostano sul retro del plastico, lasciando libero l'accesso alla stazione nascosta Austria e aumentando la lunghezza dei binari. 
Con questa modifica le pendenze scendono al 21‰ massimo, con un aumento di prestazione per le locomotive.
le linee RFI ed OBB

Ecco infine lo stato attuale del progetto dei livelli a vista:




lunedì 5 ottobre 2020

work-in-progress: ottobre 2020

 

La radice NORD della stazione nascosta "Austria"

Avanti tutto. L'obbiettivo di completare la parte nascosta entro il 2020 ed iniziare il livello a vista si fa sempre più concreto.

La stazione nascosta sarà controllata da un insieme di diversi sensori di assorbimento di tipo s2, s4 ed s8 realizzati da DCCWorld.

Sono sensori collegati via LocoNet alla centrale DR5000 che comunicano lo stato di occupazione delle varie tratte.

I binari di stazione sono suddivisi in tre parti: una di circa 20cm ad ogni estremità ed una centrale.

Le due sezioni estreme servono per informare il software dell'ingresso del treno e del suo arrivo sul punto di stop. La sezione centrale, invece, per l'occupazione del binario.

I binari 1 e 2, invece, sono divisi in 5 tratte. La prima è il sensore di ingresso sul binario. La terza e la quinta servono per lo stop rispettivamente nella sezione 1 e nella sezione 2. Seconda e quarta danno l'occupazione delle varie sezioni.



In questo caso RocRail gestisce il binario accodando 2 treni uno dietro l'altro, rispettando la lunghezza delle sezioni. Nel caso un treno fosse più lungo della sezione, questo occuperebbe l'intero binario. Quando la sezione 2 è libera, il treno fermo nella sezione 1 avanza fino al termine del binario restando in attesa di ripartire. E' possibile indicare quante sezioni devono rimanere occupate.

Questo permette di aumentare la capacità della stazione nascosta. Nella stazione nascosta Italia, il primo binario è stato diviso in 3 sezioni ed il secondo in 2. Ovviamente più aumentano le sezioni, minore sarà la lunghezza massima dei treni ammessi. Ad esempio, nella stazione inferiore sul binario 1 possono sostare treni con al massimo 4 carrozze più la locomotiva. Circa 1400mm.

Nella stazione superiore ho optato per 2 sole sezioni di lunghezza maggiore. Circa 6 carrozze più la locomotiva.

mercoledì 9 settembre 2020

ICF al lavoro: la stazione nascosta "Austria" prende forma

Livello -2: stazione nascosta "Italia"

Dopo un periodo di assenza dal blog per le ferie, in cui il distacco dalla tecnologia serve a scaricare i neuroni da quanto li riempie durante l'anno, torno a scrivere per aggiornare gli amici lettori sugli sviluppi di questo mese.

Livello -2: binari tronchi per treni reversibili e ingresso sud verso il cappio di ritorno
Livello -2: linea di cintura con binario di bypass e binari di ricovero passanti lato nord verso l'elicoidale

Come potete osservare dalle due immagini qui sopra, la stazione nascosta "Italia" con le due aree denominate "Trieste/Venezia" e "Udine"è completa. Tutti i binari ed i sensori sono posati e funzionanti. 
Le prove con molti mezzi hanno dato esito positivo e anche l'automazione con RocRail funziona a puntino.
La capacità massima della stazione è di 14 treni.

Restano da installare i circuiti a scarica capacitiva per l'attuazione degli scambi PECO con i classici attuatori a doppia bobina, decisamente esigenti in termini di corrente.

Grazie all'amico Alberto, stanno per arrivare i circuiti che comanderanno ognuno 2 scambi.

Anteprima in 3D del circuito a scarica capacitiva.


Livello -1: Stazione nascosta "Austria"

Realizzati velocemente i telai con il piano della stazione, ho posato il sughero ed iniziato la posa dei binari.
La stazione avrà 9 binari passanti e 2 tronchi capaci di ospitare treni fino a 8 carrozze standard più una locomotiva.
Alcuni binari passanti, saranno divisi a metà per poter ospitare 2 treni ciascuno, portando la capacità complessiva a 13 treni.

Livello -1: Stazione nascosta "Austria". A destra il cappio di ritorno gira attorno all'elicoidale

Livello -1: Ingresso nord della stazione nascosta "Austria"
Qui ho usato binari con traverse in CA recuperate da un precedente lavoro. Le rotaie sono tutte in cod. 100 per una maggior sicurezza, visto che saranno in zone meno accessibili.

Entrambe le stazioni saranno illuminate con strisce a LED poste dietro al telaio per garantire un'ottima visibilità in caso di svii.
E' prevista l'installazione di alcune telecamere per controllare il tutto, ma al momento non l'ho ancora iniziata.

Come vedete la Internazionale Costruzioni Ferroviarie (nome di fantasia, ogni riferimento a società esistenti è puramente casuale) ha lavorato sodo. L'obiettivo è di iniziare i lavori della parte a vista prima della fine dell'anno.

Le ferie portano consiglio. Controllando le misure del progetto mi sono reso conto che la profondità della zona del plastico che ospiterà la stazione era eccessiva. Ho rimesso mano al progetto, riducendo un po' il raggio di curvatura dei binari della stazione principale, arrivando così a misure più sicure.
Visto che oltre la stazione ci sarà anche la stazione di Ugovizza, non vorrei dover volare per raggiungerla in caso di problemi.

Ora la stazione principale perde un binario passante, passando da 8 a 7, ed un binario tronco oltre lo scalo. La lunghezza dei binari consente l'accesso di treni di lunghezza minima di 7 carrozze e locomotiva sui binari più corti. I binari 3 e 4, invece, saranno capaci di ospitare treni anche di 11 carrozze e locomotiva.


venerdì 24 luglio 2020

Partiamo dall'ovale?

Quando ero piccolo io, ma anche oggi, molte case modellistiche propongono come set iniziali un ovale di binari con una locomotiva, alcuni carri o carrozze, l'alimentatore. 

Poi si aggiungono gli scambi, con un raddoppio di binario, poi magari si allunga un po' da una parte.

Ok, questo è per avvicinare al mondo del fermodellismo i più giovani, o chi desidera veder correre un trenino sul tappeto del salotto.

Ma se il nostro intento è rappresentare la realtà, l'ovale è proprio la soluzione ideale?

Consiglio, passate un paio d'ore in una stazione ed osservate.
Difficilmente vedrete passare lo stesso treno, nella stessa direzione, per due volte di fila.
Ci sarà un susseguirsi di treni, nell'una e nell'altra direzione.

Ma sul plastico come potremo rappresentare questo?

Con l'ovale!!!
Ma come? vi chiederete, se hai appena detto che l'ovale è per giocare sul pavimento!!!

Vero, ma, aggiungendo qualche componente, il nostro ovale potrà diventare la soluzione ideale per riprodurre in scala quello che abbiamo osservato nella realtà.
Come? Adesso ve lo faccio vedere con alcuni disegni.
L'ovale classico con la stazione lato osservatore
Partiamo dall'ovale classico.
La prima cosa che possiamo fare è quella di dividere il piano in due parti, creando un fondale a metà che nasconda alla vista la parte retrostante.

Già in questo modo il treno apparirà in scena da un lato per scomparire dall'altro. 
Nello spazio retrostante, possiamo inserire alcuni scambi per creare una stazione dove ricoverare i treni per alternarli in scena.

Abbiamo creato quella che viene generalmente chiamata "Stazione nascosta" o serbatoio. Uno spazio dove far sostare i treni per poterli alternare alla vista. In questo modo potremo far entrare in scena, di volta in volta, un treno diverso. Utilizzando treni reversibili, ad esempio delle automotrici o dei treni con carrozza pilota in coda e locomotiva in testa, potremo anche far passe i treni prima in un verso poi nell'altro.
Già così la nostra fermata potrà avere un traffico più realistico del semplice correre di un treno.

Se poi vogliamo aumentare ancora il divertimento, basta aggiungere due scambi anche alla fermata, trasformandola in una stazione di incrocio.
Con queste piccole modifiche all'ovale iniziale, avremo la possibilità di gestire un traffico passeggeri di tutto rispetto, con incroci in stazione, treni che vanno e vengono senza inseguimenti da pista di automobili.
Quello che ci manca è capire come far funzionare il tutto.
Non preoccupatevi, è più facile di quanto si pensi. Soprattutto oggi che il digitale la fa da padrone, gestire un plastico così può essere molto divertente.

Qualcuno potrebbe consigliarvi di usare i circuiti Arduino o Raspberry, ma, per iniziare, consiglio di partire da quello che offre il mercato, con soluzioni plug&play alla portata di tutti.

Non voglio citare marche specifiche per non fare pubblicità ad alcuni e non ad altri, ma i maggiori produttori di modelli ferroviari offrono nel loro assortimento anche centrali di controllo, moduli per il comando degli scambi, sistemi per la gestione del plastico. 
E si possono comandare con lo smartphone, il tablet o il pc.

Poi, se ve la sentite, si può andare oltre, cercando su internet troverete decine di prodotto, progetti, sistemi per gestire il tutto, anche spendendo un po' di meno.
Ma per questi ci vuole un po' di più esperienza. Non li escludiamo a prescindere, ma, per chi comincia, meglio affidarsi a qualcosa di velocemente operativo, per non rischiare di abbandonare tutto alla prima difficoltà. 
Armiamoci di pazienza, un paio di cacciaviti, forbici da elettricista, un po' di filo elettrico e via.

Una precisazione. 
Io ho iniziato a costruire plastici quando per far funzionare due treni sullo stesso binario erano necessari due alimentatori, un sacco di interruttori, sezionamenti, complicati schemi elettrici... 
Bello, si riusciva a fare tutto, ma quanti fili, per poi avere comunque un funzionamento incerto e abbastanza complicato da far funzionare.
Ancora oggi molti modellisti preferiscono continuare a gestire scambi e segnali con questo sistema.

Da quando ho scoperto il digitale, ormai quasi 20 anni fa, mi si è aperto un mondo.
2 fili e si può fare già molto. Con pochi collegamenti è possibile realizzare un impianto molto più realistico di un tempo.
Se vogliamo anche qualcosa di più la cosa è fattibile senza diventare matti ne dover essere ingegneri ferroviari.

Oggi, per costruire il nuovo plastico, sono partito dal sistema di gestione software per arrivare a definire i sezionamenti per il controllo del plastico, automatizzando i controlli e massimizzando il divertimento.
Ma di questo vi parlerò più avanti.

Una cosa è certa. La posa dell'armamento deve andare di pari passo con la realizzazione dell'impianto elettrico. Quindi un buon progetto è indispensabile.
Nel prossimo capitolo illustrerò come collegare quello che abbiamo disegnato fino ad ora, in modo semplice.

giovedì 23 luglio 2020

La prima bozza

Scelta la scala, definito lo spazio a disposizione, impostato a grandi linee il layout, definito il soggetto, direi che possiamo iniziare a buttare giù qualche idea.

In questo capitolo vorrei dare alcuni spunti da tener presenti nella progettazione in scala.

Compromessi

E' un termine che dovremo tenere sempre scritto in grande davanti a noi.
Sarà difficile riuscire a riprodurre esattamente in scala quello che vediamo. Ci vedremo costretti a ridurre alcune misure, modificare lunghezze, adattare il progetto allo spazio a disposizione.

Tanto per dare qualche numero.
100m reali corrispondono a 1.149,42mm in scala H0 (1:87) e in 100m di binario stanno meno di 4 carrozze standard da 26,4m (303mm in scala)
Un treno ordinario come un IC, EC ha una composizione che va da 7 a 9 carrozze più la motrice. Se guardiamo al passato un treno poteva arrivare anche a 14 carrozze più la locomotiva. Quasi 400m di lunghezza. In scala sono 4.248mm.

Una curva di raggio stretto nel reale (in piena linea, non sui raccordi) ha un raggio di circa 250m, sul plastico sarebbero 2.874mm

Se guardiamo agli assortimenti dei vari produttori di binari, vediamo che i raggi usati vanno dai 360mm per i più stretti, ai 900mm per quelli più ampi. In alcuni casi si va oltre, ma spesso, in questi casi, si usa il binario flessibile per arrivare a raggi ancora più ampi.

Una linea moderna ha raggi di curvatura anche di qualche km, in scala si parla di decine di metri di raggio.

Quello che voglio dire è che, a meno di non disporre di spazi immensi e fondi infiniti, difficilmente riusciremo a riprodurre un lungo tratto di direttissima, o far correre un treno in composizione reale in un ambientazione che non lo faccia sembrare un elefante su un francobollo.

Molto più facile realizzare una linea secondaria, con una bella fermata, su cui corrono automotrici tipo le Aln663 o Aln668, qualche Minuetto, convogli con due o tre vetture.

Nello spazio di un paio di metri, potremo creare un paesaggio incantevole in cui il treno, pur essendone protagonista, non risulta eccessivo.

Quanti binari!

Altro punto, che si lega al primo, evitare di riempire ogni centimetro quadro di binari. La ferrovia deve inserirsi nel paesaggio, non soffocarlo. Come nella realtà, la linea quasi scompare, si integra, attraversa senza stravolgere.

Quindi meglio togliere qualche binario piuttosto che aggiungerlo.
Una stazione di media grandezza con 4 binari permette già divertenti manovre.
Aggiungendo un paio di binari di scalo, il divertimento aumenta, senza risultare eccessivo.

Considerando un interbinario (distanza tra i binari) di 52mm, marciapiedi di circa 60mm avremo un piazzale profondo circa 400mm, con almeno altri 20 da dedicare alla stazione, strade, case. In 600mm di profondità riusciremo ad inserire comodamente una bella stazione completa.

Meno parallelismi

Sicuramente, chi prova a stendere un progetto, sarà tentato di disporre i binari parallelamente al bordo del plastico. Meglio evitarlo. 
Per dare movimento al tutto, l'ideale è cercare di creare un andamento diagonale, leggermente sinuoso, che permetta di ammirare il treno immerso nel paesaggio.

Qualche curva di ampio raggio aiuta a rendere più realistico il progetto.

Primo passo sarà, quindi, quello di definire l'andamento del binario principale.
Ricordo che, in una stazione, il binario di transito dovrà essere continuo. Gli scambi posti su questo binario dovranno avere il ramo di corretto tracciato verso il binario di transito. In questo modo i treni in transito potranno attraversare la stazione senza riduzioni di velocità.

Nel capitolo dedicato agli scambi, cercherò di spiegare alcune nozioni fondamentali riguardo ai termini usati e alle velocità dei treni su questi punti particolari.

Primo passo del progetto. Il telaio con il binario posto in diagonale con due curve da 1500mm di raggio.

mercoledì 22 luglio 2020

Il layout del plastico

Il layout del plastico è la forma generale del plastico stesso.

Ne esistono diverse.

Io faccio una premessa. Ogni punto del plastico deve essere a portata di braccio. Ovvero deve essere possibile avere un comodo accesso a tutto il plastico. La profondità massima, quindi non dovrebbe superare i 60cm dal bordo.
Ovviamente se scegliamo una soluzione per cui sia possibile girare attorno al plastico questi 60cm potrebbero aumentare.
Un plastico con la classica forma rettangolare.
distanza massima dal bordo 60 cm
Qualunque forma sceglieremo per il nostro plastico non dimentichiamo mai questa regola. Saremo sicuri di poter intervenire comodamente su tutte le parti del plastico.
Questo vale soprattutto per i binari. Dobbiamo poter recuperare eventuali mezzi sviati senza dover noleggiare un'autogru.

A questo punto, con la nostra piantina in mano, possiamo provare a disporre un po' di linee sulla carta. Generalmente parto disegnando una serie di rettangoli con il lato corto di 60cm ed il lato lungo tale da occupare lo spazio a disposizione.

Se scegliete la configurazione classica a rettangolo, come disegnata in figura, potete arrivare a 120cm per il lato corto.

In questo caso dovrete avere la libertà di girare attorno al plastico, lasciando quindi uno spazio sufficiente attorno al plastico per potervi muovere.
Studiando bene la struttura, potreste anche ipotizzare di renderla mobile, tramite ruote poste sotto ai supporti del telaio, che vi permettano di muovere tutto il plastico per raggiungere le parti meno comode o lasciare spazio nella stanza per altri scopi.

Variante del layout rettangolare, il plastico addossato alla parete.

Una variante potrebbe essere il rettangolo addossato alla parete. Qualche modellista ha utilizzato questo layout inserendo il plastico nell'arredamento, un bel complemento d'arredo per appassionati.

La soluzione che preferisco è la prossima: Il plastico a U o a G

Plastico a U con porta di accesso centrale

Plastico a G con porta di accesso laterale

Con queste configurazioni, l'operatore si troverà immerso nel plastico. Volendo le varie sezioni possono essere gestite come scene separate, con il fondale a fare da separatore tra le varie parti.

Facendo sempre riferimento allo spazio a nostra disposizione, nulla vieta di creare soluzioni miste, con penisole all'interno della stanza. Un layout ad E, o a F, ad esempio.


Qui lascio spazio alla vostra fantasia. Giusto per darvi un'idea, ecco alcune immagini dei miei plastici.

Plastico, ormai smantellato, con configurazione a C, lungo le pareti della stanza

Progetto del plastico in costruzione, layout a G, accesso dal lato destro in alto.
L'operatore è immerso nel paesaggio.