Un vecchio casello sulla ferrovia Rudolfiana nei pressi di Tarvisio Boscoverde |
Nel capitolo "Le basi del fermodellismo", citavo Milano Centrale tra i sogni di molti fermodellisti. Una grande stazione con decine di treni, un lungo tratto di linea a doppio binario dove lanciare i convogli a velocità realistiche, magari ad alta velocità, sono i sogni di quasi tutti i fermodellisti.
I più fortunati possono tentare di realizzarli entrando a far parte di sodalizi, club, associazioni che abbiano un grande plastico sociale o organizzino raduni dove comporre grandi plastici partendo da moduli secondo norme standard (Fremo, FIMF, FIMF3000... ).
Nelle nostre piccole o medie stanze, invece, questi sogni devono essere ridimensionati per poter occupare lo spazio disponibile.
Ci si presentano due scelte fondamentali: il soggetto e la scala di riduzione.
Il soggetto
Cosa vogliamo riprodurre? Una stazione o un tratto in piena linea?Qual'è la zona in cui ambientare il plastico? Pianura, collina, montagna, mare...
Quale epoca vogliamo riprodurre?
Locomotiva a vapore 685 in partenza da Venzone con un treno storico |
Iniziamo da quest'ultima: l'epoca.
Le norme NEM (Norme Europee di Modellismo), disponibili sul sito della FIMF, indicano le epoche ferroviarie così:
Nella storia dello sviluppo ferroviario si evidenziano chiaramente epoche, che sono contrassegnate da ben precise caratteristiche tecniche e da cambiamenti delle strutture societarie. Le epoche si manifestano sia nelle installazioni fisse (p.es. nello stile di edifici e segnali) sia nell'aspetto, colorazione e immatricolazione dei veicoli. Veicoli ed accessori fermodellistici sono perciò da inquadrare in una determinata epoca. Per gli impianti fermodellistici parimenti si raccomanda di inquadrarli in una determinata epoca, in relazione alla loro tematica e decorazione.
(da NEM800 ed. 2003 - sito FIMF)
E' bene cercare di inquadrare un periodo preciso in cui ambientare il plastico. Questo ci permetterà di scegliere il tipo di edifici, il materiale d'armamento, i rotabili, i mezzi ed anche i vestiti dei personaggi che andremo a posizionare sul plastico.
Nel video sopra, ripreso a Venzone (UD) qualche anno fa, è possibile vedere un treno storico su una linea moderna.
Questo per ricordare che, soprattutto negli ultimi anni, è possibile vedere mezzi d'epoca circolare in tempi recenti. Ma saranno da scegliere in modo accurato e coerente con quanto andiamo a riprodurre.
Una precisazione. Nessuno vieta di prendere la Bayard del 1860 e farla circolare a fianco dell'ultimissimo ETR400 "Frecciarossa 1000". Liberissimi.
Diciamo solo che, se vogliamo riprodurre la realtà, che è lo scopo del fermodellismo, questo accostamento potrebbe essere quanto meno azzardato.
Libertà personali a parte, torniamo alle epoche.
Per chi si avvicinasse ora alle ferrovie bisogna iniziare chiarendo alcuni punti.
Le rotaie non hanno sempre avuto le stesse dimensioni.
Escludendo le tipologie iniziali usate per le primissime ferrovie, i tipi standard variavano a seconda del peso per metro lineare. Si passa così dai 20, ai 30, 35, 40, 50 fino ai 60 Kg/m.
Ciascuno di questi permetteva il transito di treni con carichi assiali ben diversi.
Le rotaie utilizzate oggi permettono il transito di convogli con carico assiale di circa 22 ton/asse ed hanno un peso di 60kg/m. Inoltre vengono profilate in verghe molto lunghe, anche centinaia di metri, saldate poi in opera raggiungendo lunghezze di chilometri.
Se fate attenzione, sulle linee più moderne non sentirete più il classico tu-tum, tu-tum continuo.
In passato le rotaie erano molto più sottili e corte, i carichi ammessi più modesti e le velocità massime molto minori. Un treno a vapore di inizio '900, difficilmente raggiungeva i 100km/h in pianura. Spesso le velocità si aggiravano tra i 30 e i 70km/h
Altro treno storico, ripreso a Redipuglia nel settembre 2018. In testa la locomotiva di origine austriaca gr.728.022 assegnata al museo ferroviario di Trieste Campo Marzio |
Fatto questo potremo decidere il tipo di binario da utilizzare, le forme stilistiche dei fabbricati, che accessori ferroviari dovremo inserire e quali evitare.
Altro esempio. Se volessimo ambientare il nostro plastico o diorama in epoca III, tra il 1945 ed il 1965, su una linea secondaria, a binario unico, dovremo scegliere binari con profilo basso, segnali ad ala, probabilmente qualche colonna idraulica per rifornire le locomotive a vapore di acqua, apparati di movimento degli scambi a mano, comandi segnali e passaggi a livello a fune.
Non ci saranno segnali semaforici luminosi, pali e fili della linea aerea di alimentazione.
Probabilmente il marciapiede sarà in terra battuta senza pensiline, sicuramente senza sottopassaggio.
Se la stazione è abbastanza importante, potrebbe esserci almeno un binario di raddoppio ed uno o due binari di scalo, affiancati ad un bel magazzino merci in piena attività.
La stessa stazione ambientata tra il 1990 ed il 2000 potrebbe aver perso il binario di raddoppio e quelli dello scalo, il magazzino potrebbe essere chiuso se non demolito. I segnali ad ala sostituiti con altri luminosi e, probabilmente la linea elettrificata con rotaie da 50 o 60kg/m.
Oltre a questo, anche i mezzi in circolazione sarebbero ben diversi. Se in epoca III era probabile avere treni con locomotive a vapore, carrozze "centoporte" o Corbellini, bagagliai e carri postali di tipo antiquato, nell'epoca IV/V saranno sicuramente mezzi leggeri come le Ale o Aln a circolare, probabilmente qualche treno con locomotive elettriche e carrozze di tipo a Piano Ribassato o le prime Medie Distanze.
Anche nella riproduzione in scala dovremo porre attenzione a questo.
Ci piacciono di più le locomotive a vapore con il loro lento e sbuffante avanzare o i convogli più moderni?
Fatta la scelta avremo posto un altro paletto al nostro progetto.
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